LA TRAPPOLA SILENZIOSA DEL DOLLARO
- Marco Clementi
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Dopo le “locure” di Trump e i dazi sparati a casaccio come coriandoli su un campo minato, i mercati sembravano pronti all’apocalisse. E invece, sorpresa: l’ultima quindicina di giorni ha riportato tutti in carreggiata.
L’S&P 500? Sta galleggiando a un rispettabile -7,5% dai massimi storici di febbraio. Se guardiamo all’inizio dell’anno, siamo praticamente pari e patta.
Ma allora, perché il tuo portafoglio piange lacrime amare?
Una risposta ce l’ho: forse hai comprato i prodotti sbagliati… oppure — molto più probabilmente — ti sei dimenticato di guardare il dollaro.
Il cambio che cambia tutto
Da gennaio, l’euro ha guadagnato più del 9% sul dollaro. Tradotto: se all’inizio dell’anno ti servivano 1,00 euro per un dollaro, ora con 1 euro ne prendi 1,13.
È un movimento potente, che non si vede tutti i giorni. E che, se non sei coperto, ti presenta un conto salato — anche se i tuoi fondi hanno fatto +5%, perché in euro potrebbero tradursi in un modesto +1% (o peggio, in negativo).
Un po’ di storia (per non cadere dalle nuvole)
I movimenti valutari non sono una novità. Negli ultimi 20 anni il cambio EUR/USD ha oscillato tra circa 0,83 e 1,60, ma gran parte del tempo si è mantenuto in un range tra 1,00 e 1,25. La differenza oggi è la rapidità del movimento: una perdita di valore del 9% in pochi mesi pesa. Soprattutto se non te l’aspettavi.
Come ci si protegge: la copertura valutaria
L’unico modo per tutelarsi è attivare una copertura (hedge) contro il rischio di cambio.
Nei fondi questo si può fare scegliendo una share class “hedged”, cioè protetta dal cambio. Negli ETF, invece, esistono le versioni “EUR hedged” degli indici globali. Il vantaggio? I movimenti del cambio non impattano i tuoi rendimenti.
Attenzione però: la copertura ha un costo. Se i tassi dell’euro sono più bassi di quelli del dollaro, come oggi, coprire il rischio ti costerà un po’ di performance. Ma ti protegge da questi scossoni.
Il mondo obbligazionario: dove la protezione diventa essenziale
Negli investimenti in obbligazioni estere il cambio fa ancora più male. I rendimenti attesi sono spesso più bassi rispetto all’azionario, e quindi una perdita valutaria può azzerare il guadagno. Se investi in Treasury americani senza copertura, oggi potresti aver perso più in cambio che guadagnato in cedole.
Il mercato delle valute: preciso, impietoso, spietato
Il Forex (mercato valutario) è il più liquido al mondo: ogni giorno vi transitano oltre 7.500 miliardi di dollari. È una macchina perfetta — nel bene e nel male. Le quotazioni sono sempre aggiornate, la concorrenza è altissima, e i margini minimi.
Proprio per questo esiste una leva finanziaria mostruosa. In certi casi si può arrivare fino a 100:1, 200:1 o perfino oltre — per sfruttare movimenti minimi con guadagni (e perdite) enormi. Questo rende il Forex un mercato da maneggiare con cura.
Un caso interessante: il carry trade giapponese
Il Giappone, con tassi ancora prossimi allo zero, è la “fonte” perfetta per prendere in prestito e investire altrove. È il meccanismo del carry trade: prendo a prestito in yen e investo in valute più redditizie. Ma quando le cose si mettono male e il cambio si muove, il castello di carte crolla.
Conclusione: il cambio va capito, non evitato
Il rischio di cambio non è per forza da evitare — ma va capito. Può essere un diversificatore oppure un pericolo silenzioso. Alcuni investitori scelgono di esporvisi deliberatamente per aumentare le fonti di rendimento. Altri preferiscono eliminarlo del tutto.
L’importante è sapere che c’è, che ha un impatto concreto, e che esistono strategie per gestirlo.
Se vuoi capire qual è la scelta più adatta a te e al tuo portafoglio, puoi prenotare un confronto: è gratuito e, soprattutto, è un buon primo passo per investire in modo più consapevole.
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